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Invalidità o inabilità al lavoro: tutelati al meglio!

Invalidità o inabilità al lavoro: tutelati al meglio!

Invalidità o inabilità al lavoro: tutelati al meglio!

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Il rischio di invalidità o inabilità al lavoro per lavoratori dipendenti o autonomi è serio e concreto: hai preso tutte le precauzioni per tutelare al meglio te e la tua famiglia?

Lo Stato Italiano attraverso l’articolo 38 della Costituzione prevede per tutti i soggetti inseriti nel mondo del lavoro come lavoratore dipendente iscritti a forme obbligatorie di assicurazioni per l’invalidità, l’erogazione di prestazione economiche per quei lavoratori che, nel corso della propria vita lavorativa per vari motivi sono diventati invalidi o inabili al lavoro. Per i lavoratori autonomi lo Stato Sociale viene sostituito da dei fondi speciali di categoria.

Conoscere le garanzie delle prestazioni per i rischi di invalidità professionale ed extra professionali per autonomi e dipendenti è fondamentale per possedere gli tutti gli strumenti per quantificare le necessità assicurative dei soggetti analizzati.

La possibilità di rimanere invalido e di non poter svolgere la propria attività lavorativa, quindi non essere più in grado di assicurare una situazione economica favorevole per se e per la propria famiglia è un fattore che ogni lavoratore dovrebbe tenere in seria considerazione.

Considerato che la possibilità di rimanere invalidi è di 3 volte superiore alla possibilità di morte del lavoratore, per le famiglie le conseguenze economiche sono decisamente più pesanti, in considerazione del fatto che oltre al mancato reddito del lavoratore, in molti casi si vanno ad aggiungere le incessanti e costose terapie mediche per favorire al meglio il decorso medico e quindi migliorare e prolungare la speranza di vita degli invalidi.

La caratteristica peculiare dell’invalidità è che questa può compromettere totalmente la capacità di lavoro (inabilità) oppure la può intaccare solo parzialmente (invalidità).

L’invalidità del lavoratore viene determinata su valori percentuali in base alla capacità di lavoro di quest’ultimo e determina il valore dell’erogazione delle pensioni pubbliche. Va sottolineato che essa è una misura convenzionale, che non si ha solo uno scenario da esaminare, ma un intervallo ampio di situazioni che possono differire di molto l’una dall’altra per la stima corretta del bisogno invalidità.

La determinazione del grado d’invalidità verte principalmente su considerazioni di natura sanitaria. Unico elemento non strettamente medico è il riferimento a occupazioni confacenti alle attitudini e alla formazione professionale, per evitare di sopravvalutare le possibilità di reimpiego in attività che il soggetto non sa svolgere o che comportino un declassamento morale ed economico.

La norma dell’assicurazione generale obbligatoria ha abolito da tempo (Legge 222/84) il concetto di riduzione delle capacità di guadagno che aveva trasformato la pensione d’invalidità in una sorta di sussidio alla disoccupazione.

I gradi quindi di invalidità riconosciuti dall’INPS per la percezione di una pensione sono:

  • il 66,6% (pari a 2/3) – che rappresenta il livello minimo necessario per la concessione delle pensioni;
  • il 100% – che rappresenta la perdita totale di qualsiasi capacità lavorativa, ovvero il soggetto non è più in grado di svolgere alcuna attività retribuita.

Sulla base del suddetto livello d’invalidità, nella previdenza pubblica parliamo di:

  • Invalidità in presenza di capacità lavorative residue (pertanto si tratta di situazioni compatibili con redditi da lavoro) con percentuali d’invalidità inferiori al 100%;
  • Inabilità in assenza di capacità lavorative residue (pertanto si tratta di situazioni incompatibili con qualsiasi reddito da lavoro) con percentuali d’invalidità pari al 100%.

Dal grado di riduzione della capacità di lavoro derivano le seguenti prestazioni:

  • L’assegno ordinario di invalidità – la capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo;
  • La pensione ordinaria di inabilità – la capacità lavorativa è compromessa al 100%.

Infine, vale la pena ribadirlo, il danno biologico che procura l’invalidità deve avere natura permanente. Per confermare nel tempo questo requisito, l’ente previdenziale dispone controlli periodici dello stato di salute con cadenza triennale. Dopo tre riconoscimenti la pensione è confermata automaticamente.

Dobbiamo fare una considerazione molto importante che spesso sfugge al lavoratore, ovvero il valore economico della pensione erogata dallo Stato Sociale nella maggior parte dei casi non sarà in grado di coprire il valore totale dello stipendio medio percepito.
Una riduzione delle entrate sommato a costi per terapie riabilitative a volte anche molto esose posso portare a serie problematiche economiche.

Il nostro consiglio è quello di affiancare una polizza integrativa che in caso di necessità vada ad aggiungersi, e quindi sopperire alle lacune della pensione di invalidità erogata dallo Stato, in modo da avere una certa e sicura sicurezza economica.

Contattaci senza nessun impegno, il nostro team risponderà volentieri ad ogni tua richiesta o dubbio e saprà indicarti la soluzione migliore in base alle tue necessità.

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